IMG_6090Driin…

Driin…

Driin.

 

– Ciao papà! Come stai?

– Oh Anita! Finalmente, ho provato a chiamarti per tutta la mattina    ma dava sempre occupato, va tutto bene?

– Sì sì, non preoccuparti! Scusa se non vi ho chiamati prima ma è da un paio di giorni che cercavo di ritrovare l’epigrafe che sto studiando e sono stata perennemente attaccata al telefono.

– Scusa in che senso “ritrovare l’epigrafe”?

– Eh a quanto pare ha il vizietto di nascondersi, è più il tempo che ha passato nell’oblio che quello in cui qualcuno l’ha vista!

– Ma cosa intendi scusa?

– Praticamente mi è stata assegnata una ricerca su un’epigrafe paleocristiana che, per una serie di circostanze che non starei qui a spiegarti, parrebbe risalire alla fine del IV secolo o, al più tardi, all’inizio del V. Non si può essere più precisi perché non si sa nemmeno da dove provenga dal momento che la prima attestazione data al XVI secolo. Può darsi che sia di Aquileia, anche se qualcuno ipotizza Vigonovo. Il Morillon, un antiquario francese, l’ha vista a metà Cinquecento nella collezione privata del Loredan, un collezionista veneziano, l’ha trascritta e ha inviato copia del suo manoscritto allo Smet, che ha inserito l’epigrafe nella sua silloge, da cui a sua volta il Gruter ha preso il testo per la propria raccolta. Esiste anche un secondo ramo di tradizione che fa capo al manoscritto di Panvinio – anche se non è ben chiaro lui da dove l’abbia presa – ma dal suo manoscritto la copia il Fabretti. Per intenderci: siamo a 5 attestazioni e solo uno di loro l’ha effettivamente vista.

– No Anna scusa, non ti seguo, prova a ripetere più lentamente.

– Aspetta, ti mando lo stemma su WhatsApp.

– E cos’è?

– Una sorta di schema!

trasmissione CIL V 2305

– Ah, chiarissimo. Ma è un’epigrafe di che tipo?

– Bah, è abbastanza interessante perché è un’epigrafe funeraria di un diacono uxorato sepolto con la moglie che supplica che nessuno profani la loro tomba.


Aur(elius) Saturninus diac(onus) sibi et
Ạụṛa<e> Veneriae dulcissime
con(iugi) de prop<r>io sibi fecerunt.
Rogo et peto omnem clerum
et cu[n]cta fraternitatem ut nullus
de genere vel aliquis in hac sepultura
ponatur.


– Ma perché di 5 l’ha vista solo uno?

– Perché il Loredan nel frattempo aveva venduto gran parte della sua collezione al duca Alberto V di Monaco, ma naturalmente non la mia epigrafe, che ha deciso di sparire dalla circolazione per un po’.

– E quindi cercavi di rintracciare un’epigrafe che nessuno vede da mezzo millennio? Cioè, ammirevole Anna, ma non ti sembra un po’ troppo ambizioso?

risultati ricerca "collezione privata zampieri"

– No, non da cinquecento anni! È stata ritrovata a Vigonovo prima della Grande Guerra, ma anziché conservarla con cura, chi l’ha trovata ha pensato bene di spaccarla e usarla per pavimentare una fattoria. Solo negli anni Ottanta un qualche pronipote della famiglia in questione ha trovato due frammenti e li ha spediti a uno storico locale, Pietro Zampieri. È stato lui a riconoscere l’epigrafe con CIL V, 2305 e così ha pensato di mostrarli a un professore di Trieste, che di fatto è l’unico ad essersene interessato in tutti questi anni. Il problema è che l’articolo di questo prof. risale al 1984 e sostiene che l’epigrafe si trovi ad oggi a Vigonovo, nella “Collezione privata Zampieri”. Tu prova a digitare su google “collezione privata Zampieri”. Sai su 11400 risultati quanti sono effettivamente utili? Zero. Zero papà, non c’è traccia di questa collezione.

– Beh però anni Ottanta…Hai provato a contattare direttamente questo Zampieri?

– Certo, da buona nativa digitale ho cercato subito su Google, e sai anche qui quante notizie in merito ho trovato? Pochissime, nessuna ad ogni modo su residenza, numero di telefono, gruppo sanguigno o segni particolari. Ha scritto parecchio, ma sulla sua vita non si trova nulla.

– Ah. E quindi che hai fatto?

– Eeh papà, quanto tempo hai?

– Tutto quello che serve.

– Dunque, dopo svariate ricerche sullo Zampieri mi ero piuttosto arresa all’idea che fosse un vicolo cieco. Ho iniziato a raccogliere informazioni sulla famiglia Zanon, nella cui fattoria era stata rinvenuta l’epigrafe. Purtroppo da ricerche generiche non c’è stato modo di capire quali dei numerosi Zanon ad oggi residenti a Vigonovo discendessero dalla stirpe che interessava a me.

– Quindi?

– Quindi li ho chiamati tutti! Nessuno di loro ha saputo dirmi nulla di interessante, finché alla nona chiamata, di fronte al mio tono evidentemente demoralizzato, mi è stato suggerito di contattare l’indomani la biblioteca civica, dove la responsabile avrebbe potuto aiutarmi indicandomi quanto meno, se non le circostanze del ritrovamento, almeno l’esatta posizione della fattoria. Ormai erano le 19:00, per cui ho abbandonato il campo e ho aspettato questa mattina. Ho rintracciato il numero della biblioteca e alle 10:05 ho chiamato per scoprire che la responsabile non era di turno e avrei dovuto far trascorrere il fine settimana. Une débâcle.

– Ah peccato!

– Sì, anche perché ormai sentivo proprio visceralmente l’urgenza di scoprire qualcosa! Per cui mi sono seduta di nuovo al pc e ho ricominciato da dove avevo lasciato ieri, vale a dire dallo Zampieri. Alla sesta pagina dei risultati Google fa capolino un sito sulla promozione dei locali storici di Padova, tra cui un laboratorio di restauro. Scopro da lì che negli anni Settanta lo Zampieri gli aveva fatto dono di un reliquiario e, per non lasciare nulla d’intentato, chiamo. Spiego la situazione domandando se qualcuno di loro si ricordasse l’episodio o comunque conoscesse lo storico. In effetti sì, il titolare lo ricordava con molto affetto, ma mi informa che è mancato tre anni fa.

– E non potevi chiedergli se avesse figli o qualcuno che si…?

– Ma tu lasciami finire! Naturalmente è la prima cosa che gli ho chiesto, ed è stato così gentile da lasciarmi il recapito di una nipote…


Tuu.IPhone_calling_screen

Tuu.

Tuu.

– Pronto?

– Pronto parlo con ****?

– Sì, chi è?

– Buongiorno signora, mi chiamo Anna Clara e sono una studentessa di Ca’ Foscari. Sto svolgendo alcune ricerche su un’epigrafe che mi risulta essere stata in possesso di suo zio e mi domandavo se potessi farle alcune domande.

– (fracasso di sottofondo) Bambini! **** lascia in pace il gatto!

– Se è un cattivo momento posso chiamarla più tardi, non si preoccupi!

– Nono, tanto sarebbe sempre un cattivo momento. Mi dica tutto!

– Dunque bla bla bla iscrizione bla bla bla

– Allora, è vero che mi sono occupata io dell’eredità di mio zio, ma non so davvero di che reperto si tratti. Per un certo periodo comunque la collezione è stata affidata al parroco di Vigonovo, può darsi che lui si ricordi di quest’epigrafe in particolare. Non escludo anzi che sia ancora qui in chiesa da qualche parte!

– Ah perfetto, chiamo subito in parrocchia allora!

– No, il parroco attuale è qui da pochi mesi, io le parlo di diversi anni fa ormai, Don **** è stato trasferito.

– Saprebbe dirmi dove?

– Mi spiace ma non riesco proprio a ricordarmelo…e purtroppo non mi viene in mente nemmeno il cognome! Provi a vedere se riesce comunque a trovarlo con il nome.

– D’accordo, la ringrazio moltissimo ugualmente!

– Si figuri, buona fortuna!

Click.


– Don ****, e come hai fatto? Mi sembra un nome decisamente comune!

– E infatti: se googli “Don **** Veneto”, fermo restando che non ero affatto sicura fosse rimasto in Veneto, hai un quantitativo spropositato di risultati. Nemmeno la ricerca di “Don **** Vigonovo” ha dato particolari risultati. Ho provato a chiamare in parrocchia sperando che l’attuale parroco sapesse il cognome, o almeno il luogo di trasferimento, ma non ha risposto nessuno. Però a un certo punto mi è venuto in mente che magari avrebbero potuto pubblicare un articolo sul suo trasferimento su qualche cronaca locale, e in effetti così è stato.

– Cioè?

– Ho spulciato le versioni digitalizzate del giornale del luogo finché ho trovato la notizia di una festa per salutare il parroco uscente, ma del cognome nessuna traccia.

– Poca fortuna insomma!

– Già, però c’era il nome e cognome del giornalista che aveva steso la notizia, quindi ho spulciato per l’ennesima volta le pagine bianche e l’ho chiamato e ho avuto fortuna. A quel punto ho rintracciato Don **** e ho telefonato.


 – Pronto? Parlo con Don ***? bla bla bla iscrizione bla bla bla

seconda chiamata

– Sì mi ricordo, il professore mi consegnò tutta la sua collezione ma la tenni da noi solo alcuni anni, poi la situazione si complicò e restituii tutto. Credo che i reperti siano stati destinati a una chiesa ortodossa!

– Ortodossa?!

– Sì, se non ricordo male era proprio ortodossa.

– Per caso ha un’idea di quale potrebbe essere questa chiesa?

– No signorina, non saprei davvero!

[…]


<title>chiesa ortodossa veneto – Cerca con Google</title>

panico

 

– No papà, perché non c’è LA chiesa ortodossa. Ci sono le chiese ortodosse greche, le chiese ortodosse russe, le chiese ortodosse albanesi, le chiese ortodosse bulgare, le chiese ortodosse rumene […] e giustamente ciascuna di queste ritiene che pur parlando in greco, russo, albanese, bulgaro, rumeno […] io sia in grado di interagire.

[…]

– No, non esiste nemmeno un sito unitario in cui trovare i recapiti di tutti. Quindi ho scritto a un mio amico che di queste cose se ne intende.

– Di investigazioni?

– No, di chiese!



info


– Pronto? Parlo con ***? bla bla bla iscrizione bla bla bla

– No guardi, qui da noi non è mai arrivato nulla, però posso darle un elenco di tutte le chiese della regione. Tranne in realtà quelle sotto Aquileia, perché Aquileia fa capo alla Diocesi di Milano. Però può chiamare la Diocesi di Milano e farsi dare le stesse informazioni.


– Buongiorno! Mi chiamo Anna Clara e studio a Ca’ Foscari. Sto facendo una ricerca…

[…]

– Grazie ugualmente! Arrivederla!

(x 28)


– Ventotto chiese? Ma davvero?

– Davvero. Non arrivando a nessun risultato ho avuto un’altra illuminazione. Se la collezione era stata ereditata probabilmente c’era un qualche testamento, e insieme al testamento ci sarebbe dovuto essere un notaio. Quindi ho cercato su Google i notai di Vigonovo e dintorni, e per una volta il numero era basso.


– Buongiorno! Mi chiamo Anna Clara e studio a Ca’ Foscari. Sto facendo una ricerca…

[…]

– Grazie ugualmente! Arrivederla!

(x4)

– Buongiorno! Mi chiamo Anna Clara e studio a Ca’ Foscari. Sto facendo una ricerca…

[…]

– No signorina, mi ricordo bene che in quell’occasione la famiglia Zampieri  decise di rivolgersi a un avvocato, non a un notaio. Penso si trattasse dello studio ****, ma non ci giurerei!

– Grazie (x1000)!


– Sì signorina, effettivamente abbiamo gestito noi la situazione, però prima della scomparsa del professore. Sono state circostanze complicate, non posso dirle di più. Non mi sentirei tuttavia di escludere che qualche reperto sia ancora in parrocchia qui a Vigonovo, magari dimenticato in qualche scatolone. Se ha modo, le consiglierei di passare a fare un sopralluogo.


– Ma infatti secondo me la cosa migliore è andare direttamente lì, vedere con mano…

venezia-vigonovo

– Infatti ho guardato subito come arrivare coi mezzi pubblici, però non è semplicissimo, per cui ho preferito provare di nuovo con le telefonate.


– Buongiorno, parlo con Don ****, parroco di Vigonovo?

– Sì, buongiorno, mi dica.

bla bla bla iscrizione bla bla bla

– No guardi, che ci siano scatoloni con reperti storici in solaio è da escludere, non è da escludere però che ci sia in paese qualcuno che può aiutarla. Chiami il signor ****, era un grande amico del professore, potrebbe sapere meglio di me come esserle d’aiuto. Se però non le dispiace aspetti un po’ prima di telefonare, preferisco avvisarlo io prima, è un uomo di una certa età e non vorrei si agitasse.

– Grazie (x1000).


Tuu.

Tuu.

Tuu.


Tuu.

Tuu.

Tuu.


Tuu.

Tuu.

Tuu.


– Ma avevi aspettato a chiamare?

– Certo che sì! Ma niente da fare, il signor **** non mi ha risposto, e a quel punto davvero iniziavo a disperare.

– E beh, dopo aver fatto così tanti tentativi! E a questo punto cos’hai fatto?

– Quello che si fa sempre in questi casi, ho ballato!

everything counts


Schermata 2017-06-25 alle 22.10.08Drin.

– Pronto!

– Pronto? Chi parla? Ho trovato tante chiamate…

– Mi scusi, mi chiamo Anna Clara, ho avuto il suo numero da […], la chiamo perché […] bla bla bla iscrizione bla bla bla

– Ma certo che conosco l’epigrafe! Aurelio Saturnino, giusto? Sì sì, me la ricordo bene signorina, è nella Parrocchia della Natività della Beata Vergine di Stra!

– Ma ne è certo?

– Come son certo di parlar con lei signorina!

[…]

– Non so davvero come ringraziarla, davvero non lo so! [a intervalli regolari]

[…]

– Signorina, se ha piacere venga a trovarmi, le racconterò per bene questa storia, e molte altre ancora! Non immagina quanti siano i reperti che andrebbero rintracciati!